I VANGELI PER GUARIRE

I VANGELI PER GUARIRE
JODOROWSKY

venerdì 15 maggio 2009

CONSIDERAZIONI DA MARCIAPIEDE
















Sono precipitato da un muro alto15 metri e sono morto.


Nel cadere ho pensato a Dio.


Per vincere la paura, ho chiuso gli occhi ed ho giunto le mani intrecciando le dita.


Ho aperto il cuore ed ho parlato per delle ore.


Ma erano secondi, quasi tre lunghissimi secondi.


- Dio, fammi morire subito, non voglio diventare un vegetale.


- Dio, fammi vivere, a qualunque costo.


Poi, mentre le dita si conficcavano nei dorsi delle mani e gli occhi sembravano sanguinare sotto la pressione delle palpebre, ho realizzato.


- Non posso andarmene così.


- Devo scattare l’ultima foto prima dell’istante di dolore che offuscherà ogni cosa.


Ho spalancato gli occhi per un attimo.


Vedo un albero, la sua aiuola, un disegno sul muretto davanti a me, una piccola giostra ed uno scivolo, tanti colori, tantissimi colori e le nuvole lontane mi sembrano cavalli al galoppo sull’acqua.


Vedendo queste belle cose ho pensato ai palloncini delle feste ed a quanti me ne sarebbero serviti per frenare quella corsa verso la morte.


Anche se le ossa delle gambe si frantumano in una frazione di secondo, conficcando i femori attraverso il bacino negli intestini che esplodono per la pressione fuoriuscendo dalla pancia ed i denti letteralmente scoppiano in bocca mozzando la lingua, non è dolore quello che ho provato.


Ho provato stupore.


Sentivo la gente intorno a me urlare inorridita sentivo ogni singola voce.


Gli occhi non credo funzionassero ancora tuttavia potevo vedere.


Non so quanto sia durata quest’agonia.


Alcuni si disperavano per lo spettacolo ma io no, stavo bene.


Benissimo, come non ero mai stato.


Non so quanto sia durato quest’oblio.


Ma per me è stato sorprendentemente lungo e piacevole.

domenica 10 maggio 2009

SEIeCINQUANTUNO

non riesco a capire perchè, nonostante la vera stanchezza, non riesco a dormire.

- forse è meglio che questa la giriamo così com'è.

- vera?

- così com'è.

- vera, nel senso che...

- si, si.
appalla!

- allora vai prova gaz.
appallagaz.

- musica maestro!

eeeUnoDueTRreeeQuAttr.


domenica 3 maggio 2009

Consigli e giudizi


Di come il dottor Giri entrò
attivamente
in contatto con l’aldilà

Il narratore vestito di nero e di chiara carnagione, sta in piedi davanti ad un leggìo, lo sfondo nero della scenografia ne fa risaltare soprattutto il volto e le mani, mentre un faro svela la presenza di A.G. che, seduto su di letto disfatto e disordinato, scrive a macchina, in abbigliamento sportivo ma casalingo.
La macchina è su di una sedia a fianco del letto e li vicino c’è un piccolo comodino.
Il narratore si rivolge al pubblico, ma si comporta quasi come un suggeritore nei confronti di A.G. accompagnando la recitazione con una mimica facciale ammiccante nei suoi confronti e quasi invitandolo a compiere le azioni da lui enunciate.
Dal canto suo A.G. rivolge all’interlocutore un ostentato cinismo, pur eseguendo con naturalezza ogni movimento annunciato
La cosa dev‘essere trattata come se, in pratica, A.G. stia solo riflettendo.
Il narratore è A.G.
Così ho pensato la scena, ma adattarsi ed improvvisare in questo genere di cose è fondamentale.
Il letto è diventato il tavolino di un bar ma non siate puntigliosi.






Ferocia e aggressività a nura-ki

sabato 2 maggio 2009

Italian attitude

La voce del boss dei due mondi.
Una vista panoramica di Palermo e alcuni filmati di repertorio della rai.
Morti, tanti morti.
Tre miei amici al rallentatore entrano nella parte.
Forse grazie alla musica.
A perenne ricordo di Giovanni e Paolo.
Grazie.